06/11/2025 strategic-culture.su  9min 🇮🇹 #295498

Il Sud globale chiede agli Stati Uniti di togliere le vergognose sanzioni contro Cuba

Stefano Vernole

Dal 1992 Cuba chiede al mondo l'opinione sul vergognoso embargo che gli Stati Uniti dal 1962 applicano all'Isola caraibica per il solo fatto di essere un Paese indipendente da Washington.

Il 28 e 29 ottobre 2025 si è dibattuta e votata per la 32esima volta, durante la sessione ordinaria dell'Assemblea Generale dell'ONU, la risoluzione presentata da Cuba intitolata "Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d'America contro Cuba". Dal 1992 Cuba chiede al mondo l'opinione sul vergognoso embargo che gli Stati Uniti dal 1962 applicano all'Isola caraibica per il solo fatto di essere un Paese indipendente da Washington.

Durante la sessione, tutte le nazioni e le organizzazioni che hanno preso la parola, ad eccezione ovviamente degli Stati Uniti, hanno manifestato il loro rifiuto riguardo al blocco e hanno chiesto di cancellare l'embargo che ogni giorno mette i cubani di fronte a mille problemi. Le pressioni esercitate dalla Casa Bianca non hanno ottenuto l'effetto immaginato dall'Amministrazione Trump: 165 Paesi hanno votato a favore della risoluzione presentata da Cuba, 7 contro e 12 si sono astenuti. Hanno votato contro: Stati Uniti, Israele, Ucraina, Ungheria, Argentina, Macedonia del Nord, Paraguay. Si sono astenuti: Ucraina, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito, Moldavia, Micronesia, Palau, Papua Nuova Guinea, Paraguay, Singapore, Svezia, Togo, Somalia.

Un chiaro segnale di come tutti i Paesi del Sud globale e quindi la maggioranza mondiale abbiano rigettato la linea del "Washington Consensus".

Le sanzioni unilaterali degli Stati Uniti contro Cuba sono iniziate nel 1960 con misure commerciali restrittive, ma l'embargo totale è stato imposto il 7 febbraio 1962 dal Presidente John F. Kennedy. Le restrizioni si sono intensificate nel corso degli anni, in particolare negli anni '90 e 2010, e sono state nuovamente rafforzate nel 2021 con il reinserimento di Cuba nella lista dei Paesi sponsor del terrorismo.

Approfittando opportunisticamente della pandemia globale di Covid-19, Washington ha rafforzato l'assedio economico contro Cuba. La politica del "carburante zero" con il preciso scopo di spegnere le luci domestiche, paralizzare i trasporti, la fornitura di acqua potabile e di elettricità, avrebbe dovuto provocare la disperazione della popolazione, che negli intendimenti della CIA si sarebbe dovuta sollevare contro il Governo cubano.

Per intensificare il blocco economico, commerciale e finanziario che dura da più di 60 anni, gli Stati Uniti hanno attuato più di 240 misure unilaterali, con l'obiettivo di sabotare il commercio estero, i pagamenti e i crediti cubani, nonché cercando di interrompere il commercio nazionale. Tali sanzioni sono state accompagnate da un'intensa campagna propagandistica contro la collaborazione medica internazionale di Cuba, mettendo in discussione la professionalità dei medici cubani ed impedire allo Stato l'ingresso di entrate economiche tramite questa via.

L'interruzione dell'arrivo delle navi da crociera, il divieto di rimesse alle famiglie cubane e dei voli dagli Stati Uniti verso le province del Paese, sono alcune delle misure adottate contro le compagnie cubane e i loro partner stranieri, insieme alla creazione di "liste nere" di entità e persone...

Il Cuban Liberty and Democratic Solidarity Act del 1996, meglio nota come legge federale Helms-Burton, ha esteso l'applicazione territoriale dell'embargo iniziale alle società straniere che commerciano con Cuba e ha penalizzato le società estere che avrebbero "trattato" proprietà precedentemente di cittadini statunitensi ma confiscate da Cuba dopo la Rivoluzione del 1959, con l'obiettivo di prevenire gli investimenti stranieri nell'Isola. Nel 2014, ad esempio, BNL Paribas ha accettato di pagare una multa pari a 9 miliardi di dollari per aver effettuato transazioni con Paesi sotto embargo statunitense come Cuba, Iran e Sudan, ed evitare il ritiro della sua licenza ad operare nello Stato di New York.

La cosiddetta "Sindrome de L'Avana" - smentita perfino dalle ricerche condotte dagli Stati Uniti - ha tuttavia consentito a Washington di ostacolare il progresso delle relazioni bilaterali e giustificare l'inasprimento del blocco economico. Ad esso, si aggiunge l'aumento dell'organizzazione e del finanziamento di gruppi mercenari e terroristici che agiscono contro Cuba, compreso un tentativo di "golpe morbido" l'11 luglio 2021.

Le attuali pressioni contro L'Avana, non sono che una continuazione di quelle che la prima Amministrazione Trump aveva implementato per rovesciare il sistema cubano.

Il sito web "Cuba Money Project", del giornalista statunitense Tracey Eaton, ha dimostrato che il Dipartimento di Stato degli U.S.A. ha messo a disposizione fino ad 1 milione di dollari per programmi che promuovono "i diritti civili, politici, religiosi e del lavoro a Cuba". Nel 2017, l'USAID ha speso circa 50 milioni di dollari in progetti legati alla ricerca di un cambio di sistema a Cuba. La Internet Task Force per Cuba, nota anche come Gruppo Operazionale Internet per la Sovversione a Cuba, sta ancora agendo contro l'Isola secondo le linee guida stabilite nel memorandum presidenziale statunitense del 16 giugno 2017. Borse di studio e viaggi per giovani giornalisti con fini seduttivi, strategie avanzate per la gestione dei social network e generosi compensi ai cybermercenari, fanno parte di questo programma di destabilizzazione del Paese.

Nell'aprile 2019, Washington ha sanzionato due compagnie e trentanove navi che trasportavano petrolio venezuelano a Cuba, a cui bisogna aggiungere che le società di navigazione proprietarie di petroliere chiedono 12 milioni di dollari per il trasferimento di greggio venezuelano ad altri Paesi, tra cui Cuba, cifra che rappresenta il triplo di quanto pagato da Petròleos a Venezuela S.A. prima dell'inasprimento del blocco statunitense.

La politica della "massima pressione" voluta da Trump ha comportato ulteriori conseguenze.

Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha modificato le regole del blocco contro Cuba per vietare ai propri cittadini di importare rum e tabacco, nonché di alloggiare in hotel o in proprietà immobiliari controllate dal Governo cubano e dai suoi funzionari e/o parenti stretti. Le oltre 430 strutture appaiono in un elenco creato dal Dipartimento di Stato, mentre le compagnie di viaggio e turismo non possono effettuare prenotazioni presso di loro. Il Dipartimento del Tesoro USA ha anche eliminato una politica autorizzativa per la partecipazione o l'organizzazione di convegni, seminari, mostre ed eventi sportivi.

La catena alberghiera statunitense "Marriot" ha annunciato la chiusura delle sue attività a Cuba nel 2020, dopo che il Governo degli Stati Uniti ha rifiutato di rinnovare la licenza per operarvi. Nel 2019, l'Ufficio di controllo dei beni stranieri (OFAC) e il Bureau of Industry and Security (BIS) hanno annunciato misure che includevano il diniego delle licenze per viaggiare su navi da crociera, imbarcazioni da diporto e aerei privati. Il Dipartimento dei Trasporti USA, nell'ottobre 2019, ha annunciato la sospensione di tutti i voli delle compagnie aeree statunitensi dagli Stati Uniti verso Cuba, ad eccezione di quelli diretti verso L'Avana, azione che si è conclusa nell'agosto 2020 con il divieto di voli charter privati.

Nel marzo 2019, il Sottosegretario di Stato Lesler Mallory e i senatori statunitensi Marco Rubio (oggi Segretario di Stato) e Bob Menéndez, hanno presentato al Congresso un disegno di legge per vietare il riconoscimento o i diritti ufficiali dei marchi cubani negli Stati Uniti. Il provvedimento legislativo, intitolato "No Stolen Trademarks Recognized in the United States", interessa in particolare i marchi legati a proprietà nazionalizzate dopo il 1959.

Un disegno di legge complementare è stato presentato alla Camera dei Rappresentanti dai deputati Debbie Wasserman-Schultz e John Rutheford, con l'obiettivo di vietare ai tribunali statunitensi di "riconoscere, far rispettare o convalidare" i diritti di un individuo su un marchio utilizzato in connessione con una società o beni che sono stati nazionalizzati da Cuba, "a meno che il proprietario originario del marchio non abbia espressamente acconsentito".

Nell'agosto 2019, USAID ha offerto una ricompensa pari a 3 milioni di dollari ad organizzazioni dentro e fuori l'Isola, con il fine di "indagare, raccogliere e analizzare le informazioni relative alle violazioni dei diritti umani, compreso il lavoro forzato del personale medico cubano esportato all'estero", secondo la rotta tracciata dal Dipartimento di Stato USA per aggiungere Cuba alla sua falsa "lista nera" di Paesi che consentono la tratta di esseri umani.

Oltre ottomila medici cubani che hanno lavorato in Brasile dall'agosto 2013, a causa della censura dell'ex Presidente Bolsonaro non hanno più potuto esercitare la propria professione e si sono fatti attribuire lo status di "rifugiati". Durante la pandemia da Covid-19, le sanzioni di Washington hanno impedito a Cuba di acquistare ventilatori polmonari prodotti dalle filiali statunitensi, grazie alle donazioni di amici della più grande delle Antille, che dipendono per i mezzi di trasporto dalla nazione settentrionale.

L'embargo statunitense a Cuba costa all'Isola circa 4 miliardi di dollari all'anno. La Legge Helms-Burton proibisce a Cuba di importare dagli Stati Uniti prodotti che abbiano più del 10% di componenti statunitensi e anche in un'economia globalizzata come quella attuale è davvero difficile trovarne con una percentuale inferiore. L'impossibilità di accedere ai mercati internazionali e la restrizione del commercio hanno portato alla carenza di prodotti di base e al deterioramento della qualità della vita dei cubani. Le conseguenze sono palpabili. La mancanza di forniture mediche ha messo a rischio la salute pubblica, mentre l'accesso limitato al cibo ha contribuito a una crisi alimentare che ha colpito milioni di persone. La popolazione cubana ha imparato a sopravvivere in mezzo a queste avversità, ma il costo umano è innegabile.

Il quadro si complica ulteriormente quando si considerano gli effetti extraterritoriali. Chiunque - una banca, una compagnia di assicurazioni, una società di trasporti - si occupi anche marginalmente di operazioni con Cuba rischia di essere escluso dal sistema finanziario globale dominato dal dollaro. Questo meccanismo di isolamento non solo danneggia l'Isola ma estende il clima di paura alle nazioni che vorrebbero stringere patti di mutuo vantaggio con L'Avana, aggravando le conseguenze sociali dell'embargo.

Nel corso della conferenza stampa ordinaria del ministero cinese degli Esteri, tenutasi lo scorso 31 ottobre, in merito alla risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, il rappresentante di Pechino, Guo Jiakun, ha esortato gli Stati Uniti ad ascoltare l'appello della comunità internazionale, a revocare immediatamente il blocco e le sanzioni contro Cuba e a rimuovere il Paese dalla cosiddetta "Lista degli Stati sponsor del terrorismo".

Una voce evidentemente condivisa da tutto il Sud del mondo.

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